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Trenta anni fa il Team Mapei diventò per tutti “La Corazzata”.

Il 1995 è stato l’anno migliore della gloriosa storia di Mapei nel ciclismo.
Lo squadrone a cubetti tra il 18 maggio ’93 e fine stagione 2002 ha totalizzato 654 vittorie; quelle del ’95 fecero moltissimo scalpore.

Il team allora denominato Mapei-GB in quella stagione vinse tra l’altro Giro d’Italia e Giro di Svizzera Romanda con l’elvetico Tony Rominger, il Campionato del Mondo su strada a Duitama (Colombia) grazie allo spagnolo Abraham Olano, il Trofeo Laigueglia col belga Johan Museeuw, la Parigi-Bruxelles con Frank Vandenbroucke (Belgio). Riguardo le prove di Coppa del Mondo ‘95, Franco Ballerini s’impose per distacco alla Parigi-Roubaix, l’infernale gara del pavè, Museeuw trionfò al Giro delle Fiandre, corsa dei “muri”, e nel Gran Premio di Zurigo. Grazie a quei successi Museeuw trionfò nella classifica finale di Coppa del Mondo, la più prestigiosa delle Challenge a punti.

E la Mapei-GB oltre alla classifica a squadre di Coppa del Mondo finì il ’95 prima nel ranking dell’Unione Ciclistica Internazionale. “Per noi le classifiche di squadra sono molto importanti - sottolineava spesso Adriana Spazzoli, allora Direttore Marketing Operativo e Comunicazione del Gruppo - perché evidenziano la filosofia del Gruppo Mapei”.       

Soprattutto nel ’95 la Mapei-GB ha rappresentato una rivoluzione culturale nel ciclismo: non ha contribuito al processo evolutivo solo con le vittorie.

“Tra quella Mapei e gli squadroni di adesso – fa notare Andrea Tafi, alfiere Mapei dal ’94 al 2002 – non c’è differenza tecnicamente. Tuttavia, voglio sottolineare che il budget della nostra squadra nel ’95 in proporzione era la metà di quello degli squadroni attuali. Se ci fosse ora la squadra ciclistica Mapei, con la sua organizzazione e i budget attuali, otterrebbe risultati superiori a quelli di altri top-team”. Non è solo questione di budget. “Il dottor Squinzi – prosegue Tafi – è riuscito a farci sentire come un’unica famiglia. C’erano altre squadre forti, però noi motivati dal dottor Squinzi riuscivamo a dare qualcosa in più”.

Rominger vinse il Giro d’Italia precedendo in classifica generale Berzin e Ugrumov, entrambi della Gewiss. Oltre alla classifica a tempo (maglia rosa), Rominger si aggiudicò quella a punti (ciclamino), l’Intergiro (blu) e ben 4 tappe.  Lo slogan dell’azienda Mapei in quell’epoca era “Per vincere insieme” e venne valorizzato dai corridori in maglia a cubetti, per esempio nella terz’ultima tappa del Giro d’Italia, con epilogo a Gressoney.

“Avevamo Rominger in maglia rosa e la Gewiss ci attaccò durante il rifornimento con l’aiuto dell’Ariostea. Erano stati scorretti: al rifornimento per tacito accordo non si attacca mai, invece la Gewiss lo fece. Era una tappa difficile, con Rominger in difficoltà. Tutta la Mapei si mise al servizio di Rominger che riuscì a salvare la leadership”. La sera stessa l’elvetico si confidò coi compagni: “Non so se domani reggerò il ritmo degli scalatori sul Cuvignone da affrontare due volte”. Tutti i boys Mapei si strinsero attorno a Rominger: “Ti aiuteremo, ce la farai - gli dissero - ti porteremo a Milano in maglia rosa”. E così fu. Rominger in maglia rosa sul podio di Milano non riuscì a stappare il magnum di spumante: fu l’unica cosa che andò storta alla Mapei 1995.

 

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